Le indies Beggars Group, Domino e Merge hanno ritirato il loro catalogo dalla piattaforma digitale eMusic: da quando la Web company ha allargato l’offerta al repertorio delle major, sostengono, sono venute meno le condizioni per proseguire una collaborazione. “Avremmo voluto che non succedesse”, spiegano i portavoce di Beggars sul sito della casa discografica. “Ma dal momento in cui eMusic ha portato a bordo le major ha anche modificato, in una certa misura, i termini degli accordi con le etichette: nell’interesse nostro, dei nostri artisti e in ultima analisi dei loro fan abbiamo trovato impossibile accettare alcune di queste condizioni”. “Abbiamo amato eMusic”, conclude il messaggio. “E’ stata la casa degli indipendenti, ma secondo noi non lo è più”; dello stesso tenore e di contenuto analogo le spiegazioni postate sul sito della Merge. Lanciato nel 1998 come servizio di download in abbonamento dedicato esclusivamente alla musica indipendente, eMusic ha firmato successivamente accordi di licenza con Sony Music, Warner Music e, il mese scorso, con Universal destando malumori tra le indies così come tra una parte dei suoi clienti (i suoi utenti attivi sono rimasti sostanzialmente bloccati a 400 mila unità). Il presidente e ad di eMusic, Adam Klein, rigetta le accuse delle indies sostenendo che le condizioni applicate ai fornitori di contenuti sono uguali per tutti (anche se, su insistenza delle major, la piattaforma ha modificato il suo regime di prezzi). Sul sito e sul blog della società, i suoi portavoce spiegano di aver fatto “tutto il possibile” per convincere le etichette a non andarsene, formulano l’augurio che possano ripensarci e rassicurano gli utenti che il servizio non cambierà profilo e obiettivi: “Siamo ancora il posto dove andare a trovare i dischi che aleggiano lontano dai radar, dischi di major e indipendenti che rappresentano una precisa visione artistica e che giudichiamo stimolanti indipendentemente dalle copie che vendono”.