L’accantonamento definitivo dei progetti di fusione con altre major discografiche, fallite in successione le trattative che hanno coinvolto prima il gruppo Warner e poi Bertelsmann/BMG (vedi news), non sembra dispiacere a tutti: a salutare con sollievo la notizia, secondo il sito FT.com del Financial Times, sarebbero stati (oltre ai dipendenti dell’azienda) anche molti degli oltre 1.500 artisti sotto contratto con la EMI nonché i manager di star come Blur, Robbie Williams e Spice Girls, rincuorati dal fatto che, venute meno le ipotesi di un “merger” e della vendita di alcune etichette (tra cui la Virgin, vedi news), i vertici dell’azienda potranno nuovamente concentrarsi nel coltivare le relazioni con i loro interlocutori privilegiati e nello sviluppare le attività di marketing e promozione dei dischi. <br> La casa discografica britannica e il suo amministratore delegato Eric Nicoli, che per circa quindici mesi sono stati impegnati in negoziati relativi a una possibile cessione di proprietà, sembrano ora puntare a una strategia di sviluppo autonomo e di consolidamento della posizione acquisita sul mercato mondiale, dove la EMI occupa attualmente la terza piazza in termini di market share.