A oltre tre mesi dall'entrata in vigore della legge che ha liberalizzato la gestione dei diritti connessi in rappresentanza degli artisti interpreti esecutori (in relazione alla pubblica diffusione delle opere musicali in radio, tv, al cinema, nei locali pubblici e sui siti Internet), del decreto attuativo che dovrebbe fissare i requisiti minimi per poter esercitare l'intermediazione finora affidata in esclusiva all'IMAIE (oggi Nuovo IMAIE) non c'è ancora traccia. Tanto che la senatrice del PDL Simona Vicari, relatrice della legge di conversione del decreto legge sulle liberalizzazioni, ha presentato un'interrogazione parlamentare in cui chiede lumi ai rappresentanti del governo sostenendo che "il Nuovo IMAIE continua ad operare in maniera anticoncorrenziale, ostacolando l'entrata nel mercato di altri operatori". Nel suo intervento, l'on. Vicari mette anche l'accento sulle divergenze manifestatesi all'interno della stessa maggioranza a proposito dell'ambito di applicazione delle liberalizzazioni (che, secondo alcuni esponenti del governo, non includerebbero la gestione dei compensi per la copia privata) e, prendendo spunto dall'articolo a firma di Sergio Rizzo apparso il 26 giugno sul Corriere della Sera, denuncia i"problemi di malagestio e di clientela del tutto simili a quelli del nuovo IMAIE" che riguarderebbero la SIAE per invocare anche una "liberalizzazione della gestione del diritto d'autore". Sulla latitanza del decreto attuativo in materia di diritti connessi, intanto, interviene anche Gianluigi Chiodaroli, presidente di quella Itsright che si sta proponendo sul mercato come alternativa al Nuovo IMAIE: "Le liberalizzazioni" dice Chiodaroli, "rischiano di essere affossate. I nuovi operatori faticano a ritagliarsi uno spazio nel mercato. Senza il decreto attuativo l'intero settore dei diritti connessi viaggia con il freno tirato. Ci siamo assunti tutti la responsabilità di cambiare le cose per modernizzare il mercato, coinvolgendo e rendendo più consapevoli e partecipi gli artisti nella gestione dei propri compensi. E' arrivato, dunque, il momento di passare dalle parole ai fatti".