Non basteranno i fondi garantiti dal nuovo proprietario Bertelsmann (8 milioni di dollari in cambio del possesso del marchio e della tecnologia di Napster, vedi news) per risanare le finanze disastrate della Web company californiana. Lo confermano fonti riprese da testate autorevoli come il Financial Times e il Billboard Bulletin, che danno per imminente l'invocazione da parte della società della procedura di concordato fallimentare che negli Stati Uniti va sotto il nome di “Chapter 11”. <br> Affiorano intanto anche altri dettagli sull'operazione, che al gruppo tedesco è costata assai meno del previsto (le ultime stime fissavano l'attuale valore di mercato di Napster intorno ai 15-20 milioni di dollari): si è venuto per esempio a sapere (ancora ufficiosamente) che il contratto d'acquisto siglato da Bertelsmann la metterebbe al riparo dalle ingenti richieste di risarcimento danni avanzati dai titolari dei copyright musicali violati in passato dal sito (per un curioso gioco delle parti, la stessa Bertelsmann/BMG risulta tra i ricorrenti, accanto agli altri gruppi che controllano le major discografiche mondiali). E che l'ex amministratore delegato Hank Barry ha giocato un importante ruolo di mediazione tra la stessa Bertelsmann e la Hummer Windblat, uno dei principali finanziatori di Napster, che temeva di restare sotto il tiro incrociato delle case discografiche a dispetto dell'ingresso del gruppo tedesco: evidentemente gli uomini di Thomas Middelhoff sono riusciti a convicerla del fatto che i creditori rinunceranno ad una parte di quanto gli spetta. Intanto l'amministratore delegato in carica di Napster Konrad Hilbers, appena rientrato in servizio insieme al fondatore Shawn Fanning, è stato promosso alla carica di presidente.