Verizon dovrà svelare i nomi dei due abbonati colpevoli di aver messo in rete centinaia di canzoni illegali su Internet. Lo ha ribadito una corte d’appello statunitense, respingendo un controricorso che il service provider aveva presentato nel tentativo di ribaltare il giudizio di primo grado emesso su istanza della RIAA, l’associazione dei discografici USA (vedi News). <br> A questo punto la Web company sembra avere ben poche possibilità di replica anche se non è chiaro quali possano essere le conseguenze a cui va incontro (e con lei i due trasgressori della legge sul diritto d’autore di cui i discografici vogliono conoscere l’identità.). Dovrà, insomma, rinunciare a “coprire” i suoi clienti. “Ci aspettiamo che lo facciano in fretta”, ha commentato il presidente della RIAA Cary Sherman,. “considerata l’epidemia di downloading illegali che sta minacciando l’esistenza di artisti, autori e decine di migliaia di altri lavoratori dell’industria musicale”. Secondo la tesi di Verizon, che ha tacciato i discografici di comportamento anticostituzionale, la nuova legge statunitense sul copyright autorizza una richiesta del genere solo nel caso in cui i file incriminati siano ospitati sui network del provider, e non sui computer che qualche utente usa a casa o in ufficio. Ma i giudici americani non sembrano pensarla allo stesso modo.