Mario Limongelli, presidente di PMI, si è dimesso dalla carica di vicepresidente dell'agenzia di "collecting" discografico SCF pochi giorni prima che il comitato direttivo dell'associazione di produttori discografici da lui presieduta accogliesse nelle sue file Ultrasuoni e Baraonda, etichette controllate in tutto o in parte da Lorenzo Suraci di RTL 102.5: proprio il network, cioè, che con SCF è tuttora in causa per la annosa questione dei diritti da pagare per la pubblica diffusione dei brani musicali. Il diretto interessato nega ogni correlazione tra i due eventi, ma Enzo Mazza, presidente della "collecting", non sembra pensarla allo stesso modo: "SCF", ha dichiarato a Rockol, "è un consorzio iscritto presso la Presidenza del Consiglio, dove ha trasmesso anche tutti i dati relativi alla governance dell'impresa nel rispetto del DPCM 19 dicembre 2012. Tale DPCM stabilisce anche che per gli amministratori non debbano sussistere conflitti di interesse, e su questa linea chiederò al CdA di valutare la situazione. Noi dobbiamo assolutamente evitare che gli organi di vigilanza pubblici possano sollevare questioni. Oggi le società di collecting devono essere delle case di vetro, e così i propri amministratori". "PMI continua a fare solo associazionismo puro di carattere sindacale a tutela dell'Industria Musicale Indipendente Italiana", è la replica di Limongelli, che non conferma le voci secondo cui PMI starebbe preparandosi a gestire in proprio la raccolta dei diritti: "Quasi tutte le aziende PMI hanno dato mandato a SCF e mi pare che si trovino abbastanza bene. Continuerò nel ruolo di consigliere SCF nell'interesse dei mandanti e consorziati". "La questione del conflitto di interessi", aggiunge, "è già stata affrontata e risolta: piuttosto il presidente di SCF, considerata la coabitazione con FIMI e il triplo incarico rivestito, si preoccupi di fare 'il presidente' di tutti e non di pochi".