Fonti accreditate assicurano che la casa discografica abbia concordato di pagare 166 milioni di dollari, 128 milioni di euro, alla ex proprietaria Time Warner per annullarne la facoltà di riacquisto del 15 % delle azioni, così come previsto dal contratto originale di compravendita siglato con il gruppo di investitori capeggiato da Edgar Bronfman Jr. (vedi News). Ne dà notizia il Financial Times, aggiungendo che il pagamento in denaro contante avverrà attingendo alle entrate generate dal prossimo collocamento in Borsa della società. <br> I termini dell’operazione sarebbero già stati dettagliati nei nuovi documenti trasmessi alla Securities and Exchange Commission, l’organo che negli Stati Uniti vigila sulle operazioni di Wall Street: riscattando l’opzione di Time Warner, Warner Music annulla la clausola contrattuale che garantiva alla società venditrice la possibilità di riacquistare il 15 % del capitale nel caso di una IPO e di quasi il 20 % se Warner Music dovesse fondersi con un’altra casa discografica (ipotesi anche questa spesso ventilata sulla stampa specializzata: il partner potenziale, vedi News, sarebbe la britannica EMI).