Il nuovo boss della EMI continua imperterrito la sua guerra agli sprechi. Dopo avere criticato le spese sopportate dalle major per sostenere le associazioni di categoria (vedi News), ora accusa i manager che lo hanno preceduto di sperperi ed eccessi che sono costati alla società non meno di 100 milioni di sterline (oltre 139 milioni di euro) all’anno. E in un documento riservato destinato ai potenziali investitori ma intercettato dal Times anticipa le sue prossime mosse: basta con le liquidazioni principesche e con i contratti di consulenza che costano un occhio della testa, basta con gli anticipi agli artisti su cui non c’è speranza di rientro e sui costosi regali di Natale alle star. Basta, anche, con il profluvio di fiori, candele e decorazioni (20 milioni di sterline di spesa, 28 milioni di euro) che in occasione delle festività di fine anno addobbano gli immobili facenti capo alla società, compresa la lussuosa residenza londinese a Mayfair di cui era solito servirsi l’ex presidente Eric Nicoli e che ora è stata messa in vendita (prezzo d’offerta: 5,6 milioni di euro). <br> “E’ come gli americani in Iraq”, ha osservato un anonimo commentatore. “Una volta insediatosi, ha capito che la situazione era peggio di quello che pensava”.