Alle voci di artisti, manager, promoter e associazioni di consumatori che si dichiarano contrari a una fusione tra Live Nation e Ticketmaster si aggiunge quella autorevole dell’American Antitrust Institute, organizzazione non profit che sui contenuti e le implicazioni del <i>merger</i> ha redatto un rapporto analitico di 58 pagine. Le conclusioni? Secondo l’istituto di Washington il Dipartimento di Giustizia americano farebbe bene a bocciare il progetto perché “i benefici della concorrenza sbocciata negli ultimi 18 mesi (tra Live Nation e Ticketmaster) andranno probabilmente perduti, nel mentre le strade di accesso a nuove forme di concorrenza verranno bloccate e l’industria verrà dominata a quasi tutti i livelli da un’unica, enorme entità”. Live Nation Entertainment, sostiene l’American Antitrust Institute, finirebbe per controllare tutti i settori connessi alla musica dal vivo: organizzazione di concerti e spettacoli, gestione di sale e impianti, vendita e rivendita di biglietti, creando condizioni sfavorevoli per gli operatori e le strutture che operano al di fuori del suo circuito. Ci rimetterebbero anche i consumatori: “Live Nation Entertainment”, sostiene il rapporto, “finirebbe per addossargli prezzi superiori a quelli lche si determinerebbero in un mercato concorrenziale, e non resterebbe loro altra scelta che pagare quel prezzo o rinunciare ad andare ai concerti”. <br> I diretti interessati, intanto, preparano le contromosse: Irving Azoff, manager di grandi artisti designato alla guida di LNE, si è dichiarato disposto a vendere subito il sito di rivendite on-line di biglietti TicketsNow (finito nella bufera durante le prevendite del prossimo tour nordamericano di Bruce Springsteen: vedi <a href="http://www.rockol.it/news-99053/Bruce-Springsteen-attacca-Ticketmaster--"target="_blank"class="newsLink">News</a>), se sul mercato si presenterà un’offerta giudicata conveniente.