Domani, 21 maggio, il TAR del Lazio prenderà in esame il ricorso presentato dal presidente dell’Imaie Edoardo Vianello contro il decreto che ha dichiarato estinto l’istituto mutualistico degli artisti interpreti esecutori (vedi <a href="http://www.rockol.it/news-100832/IMAIE,-il-prefetto-ordina-lo-scioglimento.-Oggi-un'assemblea-con-Vianello"target="_blank" class="newsLink">News</a>). Lo stesso Vianello ha lanciato in queste ore un appello invitando gli associati a manifestare sin dalle prime ore del mattino di fronte alla sede del tribunale amministrativo regionale, in via Flaminia 189 a Roma, contro quella che ha definito un’espropriazione indebita del loro patrimonio. <br> “L’Imaie è un’associazione privata che gestisce risorse private e non ha nessun finanziamento da parte dello Stato”, ricorda Vianello in una lettera aperta firmata anche dai membri del cda e dai soci che hanno sottoscritto il ricorso, polemizzando con il governo (nonostante le sue simpatie per AN) e la sua decisione di “espropriare e nazionalizzare un’associazione privata… che gestisce soldi che sono degli artisti sia individualmente che collettivamente, e che negli ultimi anni sono serviti anche a promuovere attività professionali e culturali che avrebbero avuto difficoltà a trovare altre fonti di finanziamento”. “Il prefetto, che a nome del governo ha liquidato l’Imaie, ha consultato tutti tranne gli artisti, che sono gli unici e veri proprietari dell’Istituto e del suo patrimonio”, conclude Vianello, sollecitando gli artisti rappresentati dall’istituto a fermare quello che definisce un “aberrante ed illegittimo esproprio statalista del Governo” .