Bilancio consuntivo approvato a maggioranza risicata (34 voti a favore, 26 astensioni). Abbandono polemico dell’aula da parte di una nutrita schiera di membri dell’assemblea, così da impedire (per mancanza del numero legale) l’attesa rielezione a presidente dell’avvocato Giorgio Assumma. E una lettera dei sindacati di categoria SLC CGIL, FISTEL CISL, ULPA UIL, CONFSAL e UGL Comunicazione al ministro per i Beni Culturali Sandro Bondi e al segretario generale della Presidenza del Consiglio Manlio Strano affinché gli organi governativi incaricati di vigilare sulla società degli autori convochino d’urgenza “un tavolo istituzionale” per affrontare la situazione. <br> Dopo l’assemblea di martedì scorso, 23 giugno, la SIAE naviga ancora una volta in acque agitate. A guidare la protesta, stavolta, è l’ “industria”, un’alleanza trasversale capeggiata dagli editori musicali multinazionali e indipendenti (EMI, Sony/ATV, Warner Chappell, Universal, Sugarmusic, Accordo/Curci, Abramo Allione, Ala Bianca, Peer Music, CAM, Leonardi, Media) che ha anche provocato una spaccatura all’interno di una delle tre associazioni di categoria, la Unemia. I “dissidenti” contestano ad Assumma, al consiglio di amministrazione e al direttore generale Domenico Caridi una crescita esponenziale del debito (cioè delle somme accantonate e non ancora ripartite) nei riguardi degli associati, ma soprattutto la diminuzione degli incassi nel settore in crescita del digitale (poco più di 5 milioni di euro, contro i 7 dell’anno precedente), in controtendenza con le performance delle altre principali agenzie di <i>collecting</i> europee: colpa, a loro avviso, di una politica contrattuale poco efficace e lungimirante nei riguardi dei grandi utilizzatori del repertorio, Internet provider, operatori telefonici ed emittenti radiotelevisive. <br> La coalizione “NuovaSiae”, che riunisce la minoranza dissidente, chiede a questo punto “un nuovo progetto politico e gestionale a tutela degli associati a partire dalla designazione del Presidente”. Dalla cui parte si è schierata invece l’organizzazione sindacale UIL-UNSA (Unione Nazionale Scrittori e Artisti), che accusa le “multinazionali” di ostruzionismo esprimendo la sua solidarietà al presidente Assumma, “figura considerata da sempre Presidente di Garanzia per tutte le componenti”. Sollecitata a una replica da Rockol, la società degli autori non ha espresso per ora alcun commento.