Come può un musicista indipendente guadagnare 19 mila dollari in 10 ore? Amanda Palmer, cantante e pianista dei <a href="http://www.rockol.it/artista/Dresden Dolls">Dresden Dolls</a>, c’è riuscita grazie a Internet e soprattutto a <a href="http://www.rockol.it/search.php?s=Twitter&x=23&y=8" target="_blank" class="newsLink">Twitter </a>, come spiega sul suo blog <a href="http://blog.amandapalmer.net/" target="_blank" class="newsLink">Blog.AmandaPalmer.net</a>. L’artista americana non ha più alcuna fiducia nel music business tradizionale, al punto da proporre dal vivo una scherzosa canzoncina in cui implora la casa discografica Roadrunner di lasciarla libera da impegni contrattuali(vedi <a href="http://www.rockol.it/news-100382/Amanda-Palmer,-una-canzone-per-la-sua-etichetta--'Licenziatemi,-per-favore'" target="_blank" class="newsLink">News</a>). Conseguentemente, s’è messa d’ingegno per trovare altri modi per comunicare direttamente con i fan, farsi promozione e guadagnarsi da vivere. Circa un mese fa, racconta la Palmer nel suo <i>post</i>, conversando del più e del meno con i fan in contatto con lei attraverso Twitter, le è venuta l’idea di confezionare all’impronta una maglietta con la scritta “Don’t stand up for what’s right, stay in for what’s wrong” (più o meno: “Non andare in strada a manifestare per ciò che è giusto, resta a casa tua invece di manifestare per ciò che è sbagliato”): grazie al passa parola innescato dal sito di microblogging e da suo blog personale ne ha vendute in poche ore più di 400, che al prezzo di 25 dollari l’una fanno un totale di quasi 11 mila dollari. Pochi giorni dopo, sempre attraverso Twitter, ha lanciato un webcast/asta on-line intervallata da canzoni e chiacchiere con i fan, mettendo in palio gli oggetti più svariati appartenenti alla sua collezione privata (dischi in vinile, libri, strumenti musicali e giocattolo, vestiti, magliette, braccialetti, ma anche una bottiglia di vino e un vibratore…): in tre ore ha racimolato oltre 6 mila dollari. Altri 2.200, infine, sono arrivati sotto forma di donazioni volontarie elargite dai duecento spettatori di un concerto a inviti tenuto in uno studio di registrazione di Boston e pubblicizzato, manco a dirlo, attraverso Twitter. L’organizzazione e la comunicazione dell’evento non hanno richiesto più di cinque ore. Riassumendo: diciannovemila dollari raccolti in dieci ore. Mentre, sottolinea l’artista, per il suo ultimo disco venduto in 30 mila esemplari dalla Roadrunner, la Palmer non ha ancora visto un centesimo di royalty.