Polyphonic, l’etichetta discografica di “nuova concezione” ideata dal manager dei <a href="http://www.rockol.it/artista/Radiohead">Radiohead</a> Brian Message (vedi <a href="http://www.rockol.it/news-101948/Radiohead--il-manager-lancia-un'etichetta-(ma-loro-non-c'entrano)-" target="_blank"class="newsLink">News</a>), aprirà i battenti con un investimento iniziale da 20 milioni di dollari. Oltre all’agenzia di Message, ATC, la nuova impresa coinvolge due delle maggiori società di management artistico a livello internazionale, l’inglese MAMA Group e la canadese Nettwerk, rivelando da subito potenzialità notevoli. Il gruppo MAMA, che gestisce direttamente un <i>roster</i> di una quarantina di artisti, ha ramificazioni nei settori delle edizioni musicali, della musica registrata, del merchandising, del marketing e delle sponsorizzazioni; tramite il gruppo Mean Fiddler (in joint venture con HMV) controlla importanti club e sale da concerto nel Regno Unito, tra cui l’Hammersmith Apollo di Londra e i locali della catena Barfly. La stessa società detiene anche una quota di partecipazione nel Nettwerk Music Group, società canadese con sede a Vancouver che dispone a sua volta di un’etichetta discografica e di un’agenzia di management che ha come clienti <a href="http://www.rockol.it/artista/Sarah-McLachlan">Sarah McLachlan</a> (nella foto), <a href="http://www.rockol.it/artista/Stereophonics">Stereophonics</a>, Hope Sandoval, Guster, Martha Wainwright e Sixpence None The Richer, accanto a produttori “top” come Don Was, Bob Clearmountain, Chris e Tom Lord-Alge. Oltre ai <a href="http://www.rockol.it/artista/Radiohead">Radiohead</a>, la ATC di Message, Bryce Edge, Chris Hufford e Craig Newman cura gli interessi di <a href="http://www.rockol.it/artista/Supergrass">Supergrass</a>, <a href="http://www.rockol.it/artista/Kate-Nash">Kate Nash</a>, <a href="http://www.rockol.it/artista/Faithless">Faithless</a>, Rifles e altri. Il modello di business di Polyphonic prevede una <i>partnership</i> fondata sulla compartecipazione agli utili e sul riconoscimento agli artisti della proprietà di copyright e matrici. L’etichetta fungerà sostanzialmente da “banca”, mettendo a disposizione di manager e artisti (nella fase di lancio della carriera) un consistente capitale di investmento e partecipando a tutti gli introiti derivanti dall’attività professionale dei clienti in maniera analoga a quella prevista dagli attuali contratti “a 360 gradi”. “Un numero sempre maggiore di artisti ha iniziato a intrattenere rapporti diretti con i fan (…) conquistando molta più voce in capitolo a proposito della gestione del proprio business” spiega Message, mentre Terry McBride di Nettwerk aggiunge che “la condivisione degli obiettivi è una condizione indispensabile per il funzionamento di un’impresa in qualunque settore. Il modello di investimento della vecchia industria non soddisfaceva questi requisiti, Polyphonic lo farà”.