Tra l’era di Napster e quella di The Pirate Bay, il grande spauracchio dell’industria discografica è stato <a href="http://www.rockol.it/search.php?s=KaZaA&x=26&y=4" target="_blank" class="newsLink">KaZaA </a>. Che ora, proprio come il progenitore e l’epigono succitati, si reinventa come sito pienamente legittimato dalle major e dai detentori dei copyright. Il nuovo proprietario, Brilliant Digital (che ha ereditato anche Altnet), ne ha lanciato nel weekend una versione a pagamento, con accesso illimitato al download in cambio di 19,98 dollari al mese: cifra più alta di quella richiesta da altri siti, e con ulteriori limitazioni d’uso dal momento che i file audio sono protetti da DRM, dunque riproducibili solo su pc e un numero limitato di lettori portatili con esclusione di iPod e iPhone. Il servizio include anche la possibilità di scaricare suonerie, limitata però a un solo telefono cellulare. <br> Costretto a un <a href="http://www.rockol.it/news-80779/Pirateria--KaZaA-si-arrende-e-promette-di-passare-alla-legalità" target="_blank" class="newsLink"> risarcimento danni di 11, 5 milioni di dollari in una causa intentata dalle associazioni dei discografici RIAA e IFPI </a>, il vecchio proprietario di KaZaA, la società australiana Sharman Networks, aveva rinunciato all’attività illegale nel 2006: tre anni prima il suo programma di condivisione di canzoni e filmati peer-to-peer era stato scaricato 239 milioni di volte, e i suoi utenti nel mondo superavano i quattro milioni di individui.