Considerato da molti il più efficiente e promettente dei servizi di streaming musicale gratuito attualmente in circolazione, <a href="http://www.rockol.it/search.php?s=Spotify&x=13&y=14" target="_blank" class="newsLink">Spotify</a> è riuscito a convincere solo una minima parte dei suoi utenti a passare alla formula di abbonamento mensile che consente un accesso illimitato e con migliore qualità audio al database musicale senza subìre interruzioni pubblicitarie. Il tasso di conversione, rivela l’Economist in un articolo pubblicato la settimana scorsa, è solo dello 0,7 % : 40 mila persone sui 6 milioni circa che hanno installato gratuitamente l’applicazione. A fronte della crisi del mercato pubblicitario e dei costi sostenuti per pagare le <i>royalties</i> a case discografiche e artisti, la <i>Web company</i> avrebbe tuttavia bisogno di incrementare sostanzialmente i servizi a pagamento: di qui il progetto di espandere l’offerta alle reti mobili, per mezzo di <a href="http://www.rockol.it/search.php?s=iPhone&x=18&y=13" target="_blank" class="newsLink">un’applicazione per iPhone </a> che il 24 marzo scorso è stata sottoposta al vaglio e all’autorizzazione della Apple. La nuova funzione, che permette di tenere temporaneamente in memoria le canzoni prescelte, sarebbe appunto disponibile solo a pagamento; allo scopo di attirare nuovi inserzionisti, intanto, Spotify ha introdotto sulla piattaforma un video player per la visione <i>on-demand</i> di filmati promozionali: la prima società a farne uso per i suoi trailer cinematografici è la Sony Pictures. <br> Nel frattempo due cose sembrano chiare e incontestabili. La prima è che, come ha spiegato all’Economist Steve Purdham di <a href="http://www.rockol.it/search.php?s=We7&x=14&y=14" target="_blank" class="newsLink">We7</a> (altro servizio di streaming musicale, con circa due milioni di utenti) “nessuno per ora sta facendo soldi con i modelli basati sulla pubblicità”. E la seconda è che, come ammette Paul Brown di Spotify, la salvezza della musica non è in mano allo streaming gratuito ma dipenderà dalla capacità dell’industria di muoversi da una fonte di ricavo – i cd – a una dozzina di diverse alternative.