La sorte delle suonerie musicali, così come le abbiamo intese fino ad oggi, è segnata. E IBISWorld, un ente di ricerche americano, pronostica già la data della loro scomparsa definitiva: non più tardi di quindici anni. I dati che la società ha raccolto sul mercato statunitense indicano un crollo della domanda paragonabile a quello di tutti gli altri mercati “evoluti”, con un rapido declino dal picco del 2007 (880 milioni di dollari) ai 750 milioni di quest’anno. IBISWorld imputa la flessione del fatturato ai prezzi ormai anacronistici (fino a 3 dollari a brano, mentre iTunes inizia a vendere <i>ringtones</i> sotto i 2 dollari) e alla evoluzione tecnologica dei telefoni cellulari, che consentono di scaricare interi brani musicali utilizzandoli eventualmente anche come suonerie, piuttosto che accontentarsi dei vecchi <i>samples</i> da trenta secondi. “Le suonerie musicali hanno conosciuto un’esplosione improvvisa, ma dopo due anni consecutivi di declino sembra di poter dire che l’industria stia uscendo dal settore rapidamente come vi era entrata”, ha concluso l’analista di IBISWorld Toon van Beeck. <br> I dati FIMi/Deloitte per il 2008 indicavano in Italia un calo del 32 % nelle vendite di suonerie “master” originali (2,753 milioni di euro di fatturato) e del 69 % per le “risponderie” (le musiche d’attesa che si attivano quando si riceve una chiamata, 121.753 euro di fatturato).