<p class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt"> Il sito <a href="http://www.rockol.it/news-103902/Beatles-on-line--anteprima-(non-autorizzata)-sul-sito-americano-BlueBeat">BlueBeat.com</a>, che dalla settimana scorsa aveva iniziato a offrire in streaming e in download il catalogo dei <a href="http://www.rockol.it/search.php?s=Beatles&x=13&y=12">Beatles</a> senza autorizzazione dei legittimi titolari, è stato raggiunto dall’ingiunzione di un tribunale di Los Angeles che, su richiesta della casa discografica EMI, gli ha intimato di interrompere immediatamente la distribuzione di album e canzoni dei Fab Four. Al momento in cui scriviamo, dalla piattaforma sono in effetti scomparsi tutti gli album appena rimasterizzati del gruppo, ma non titoli precedenti come “Let it be…naked”, l’antologia “1”, “Love” e una raccolta di registrazioni effettuate ad Amburgo nel 1961. <br></p> <p class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt"> L’ordinanza temporanea, che si estende all’intero repertorio EMI, è valida fino al 20 novembre, quando è prevista una prima udienza con le parti in causa. Davvero singolare la linea di difesa adottata dal titolare del negozio digitale californiano, Hank Risan: in uno scambio epistolare con un avvocato dell’associazione dei discografici RIAA quest’ultimo sostiene di non avere bisogno dell’autorizzazione di Apple Corps e della EMI in quanto i titoli venduti al pubblico sono in realtà sue elaborazioni originali. Si tratterebbe infatti di versioni modificate utilizzando una tecnologia di “simulazione psicoacustica” di sua invenzione che riproduce sinteticamente i suoni e la<span style="mso-spacerun: yes"> </span>melodia “come dovrebbero essere ascoltati nel contesto di un’esecuzione dal vivo”. I diritti <span style="mso-spacerun: yes"> </span>sulle registrazioni, simili ma non identiche agli originali, spetterebbero dunque allo stesso Risan. La EMI ovviamente non ci sta e replica che si tratta di pirateria bella e buona:<span style="mso-spacerun: yes"> </span>il giudice le ha dato ragione osservando che la creazione di una nuova opera non può cancellare un copyright preesistente. </p>