<p class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt"> <a href="http://www.rockol.it/search.php?s=iTunes&x=9&y=10">iTunes</a>, <a href="http://www.rockol.it/search.php?s=Amazon&x=11&y=13">Amazon</a> e (soprattutto) <a href="http://www.rockol.it/search.php?s=Spotify&x=20&y=12">Spotify </a>stanno cambiando le abitudini dei consumatori britannici di musica digitale, spostandoli in proporzioni considerevoli dalla fruizione illegale a quella legittima di contenuti. Lo sostiene una nuova ricerca </p> <p class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt"> inglese a cura del sito di comparazione prezzi MoneySupermarket.com, secondo cui la disponibilità nel Regno Unito del servizio di streaming di origine svedese sta convertendo alla legalità un numero crescente di file sharer illeagli (il 12% degli utenti inglesi di Internet, il 30 % dei teenager): quasi due cittadini britannici su tre (il 62 %) sostengono che l’avvento di Spotify li ha convinti a ridurre drasticamente o a eliminare del tutto il ricorso al download “pirata”.<span style="mso-spacerun: yes"> </span></p> <p class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt"> “Più di un quarto del pubblico, il 27 %, oggi dice di indirizzarsi a una fonte digitale legale come prima opzione”, spiega l’analista del sito James Parker. “Di solito si tratta di iTunes o di Amazon, e con l’arrivo di Spotify il downloading illegale sembra destinato a diventare molto meno popolare”. “Ascoltare musica in streaming gratuitamente o in cambio di una tariffa ragionevole mentre si è fuori casa”, conclude ottimisticamente Parker citando anche la nuova offerta della telco Orange incorporata nella bolletta, “potrebbe decretare la fine del downloading illegale e spingere il cd verso il destino del mini-disc e della cassetta analogica”.<span style="mso-spacerun: yes"> </span></p>