Il chitarrista degli U2 The Edge, solitamente poco avvezzo a rilasciare commenti su qualcosa che non sia la musica del suo gruppo, ha lanciato un allarme sui pericoli che sta correndo l'industria discografica, ormai in crisi da anni e ulteriormente dalla brusca flessione dei mercati finanziari dello scorso anno: "Nessuno sta investendo più nella musica: il mercato dei Cd è al tracollo e - al momento - non si è ancora palesato un modello che lo possa sostituire in maniera convincente", ha detto l'artista, "Il fatto che si sia interrotto il flusso di credito all'industria musicale significa che nessuno più finanzierà tour, nessuno chiuderà più contratti discografici e editoriali, e - in sostanza - nessuno farà più niente di ciò che serve fare per mandare avanti lo spettacolo da quando i Beatles si sono affacciati sul panorama mondiale. Al momento sembra che il modello imperante sia quello di vivere come parassiti, cercando ognuno di eliminare il proprio vicino per poter sopravvivere. E, come intuirete, non è un buon modello". The Edge, pur non avendo la soluzione in tasca, ha ben chiaro quale sia la prima mossa da intraprendere: la regolamentazione del Web, che nel Regno Unito aveva acceso un infuocato dibattito al quale avevano preso parte, tra gli altri, Radiohead e Lily Allen. "Gli Internet Service Provider reclamano a gran voce la loro innocenza. Certo, loro non fanno niente, anche di fronte a gente che si appropria indebitamente di opere di ingegno. Se si considera che quando si acquista un servizio Internet di acquista una banda, che può essere usata in modo virtuoso o meno a seconda dell'utenza che se ne fa, credo che i musicisti che si vedono defraudati della loro unica fonte di sostentamento dal download illegale abbiano le loro buone ragioni ad avercela con gli ISP. E non parlo del mio gruppo, ma di quelli più giovani e emergenti: per loro è fondamentale che la questione si risolva".