Torna in azione un’etichetta storica del blues e rhythm&blues revival, la Blue Horizon che Mike Vernon fondò negli anni ’60 promuovendo in Inghilterra leggende come Otis Spann e lanciando giovani talenti inglesi come Eric Clapton, i Chicken Shack e i Fleetwood Mac (prima versione, quelli di “Oh well” con Peter Green alla chitarra). Ora che Vernon è in pensione (e il catalogo storico, al di fuori del Nord America, è in mano alla Sony) a riesumare lo storico marchio acquiescente dalla fine dei “Sixties” sono due vecchie volpi come Seymour Stein (nella foto) e Richard Gottehrer, fondatori della Sire Records: la coppia intende farne una culla per nuovi artisti provenienti da tutto il mondo, sfruttando il know how sviluppato sul fronte del mercato digitale da The Orchard, altra impresa di cui Gottehrer è socio fondatore. Sarà quest’ultima ad occuparsi della pubblicazione e distribuzione, on-line ed off-line, del nuovo roster, mentre Warner Music (capogruppo della Sire) potrà esercitare un’opzione e mettere sotto contratto gli artisti che reputa più promettenti e interessanti. La filosofia dell’esperto duo sarà ispirata a un mix di tradizione e innovazione: “Blue Horizon è un marchio rispettato, di cui la gente si ricorda”, ha spiegato Stein presentando l’etichetta al Midem di Cannes; “sono convinto”, ha aggiunto, “che attraverso Internet passerà una nuova rivoluzione. C’è nuova musica in arrivo da tutta Europa, dall’Asia, dall’India e anche dalla Cina, non importa in quale lingua. L’industria del cinema ha sì e no cento anni, quella musicale esiste da più di mille anni: è cambiata e continuerà a cambiare”. Gottehrer ha rivelato che la nuova Blue Horizon potrebbe anche interessarsi di merchandising, appoggiandosi al reparto specializzato che esiste in Warner: “E’ una possibilità, se gli artisti sono d’accordo”. Nessun coinvolgimento, però, nella musica dal vivo: “Il modello a 360 gradi”, ha tagliato corto, “è una sciocchezza”.