Considerare Spotify semplicemente come una piattaforma di streaming gratuito finanziato dalla pubblicità non è corretto ed è limitante. Lo spiega l'amministratore delegato Daniel Ek in un'intervista concessa a Billboard alla vigilia del sospirato lancio del servizio sul mercato statunitense ("Ci siamo vicini, ma non so dire se accadrà tra un mese o due"). "Non siamo soltanto una impresa musicale che si finanzia con la pubblicità", precisa Ek. "Ci finanziamo anche con gli abbonamenti, e facciamo anche download: in certi territori, in questo settore, siamo i numeri due o tre dopo iTunes. Abbiamo diverse opzioni disponibili per far fruttare economicamente la nostra attività". Non solo: Spotify vuole diventare una piattaforma utilizzabile anche per la vendita di merchandising e di biglietti per concerti, fornire agli artisti dati utili a capire meglio i propri fan, e a questi ultimi la possibilità di entrare più intimamente in contatto con i propri beniamini: "Quel che posso dire al momento (...) è che probabilmente adotteremo qualcosa di simile a Twitter (...). Gli utenti potranno scoprire qualcosa di nuovo su Madonna o sugli altri artisti preferiti , ma si potrebbe anche aprire un canale di messaggistica diretta tra artista e fan. Quel che vogliamo è una piattaforma votata alla sperimentazione, perché non sappiamo quel che è più funzionale per ogni singolo artista". Il manager svedese fa qualche esempio: "Se riusciremo a coinvolgere l'intera industria musicale, potremo pensare di mettere i testi delle canzoni a fianco di ogni canzone riprodotta, o di regalare video filmati dietro le quinte a chi compra un album". La società svedese guarda ovviamente con grande interesse anche al canale mobile: "Stiamo discutendo con i produttori di telefonini della possibilità di avere fisicamente un pulsante sui cellulari per accedere ai contenuti di Spotify", anticipa Ek. "E svilupperemo sempre di più il bundling con i servizi di telefonia. Lo abbiamo già fatto in Svezia con il maggiore operatore del Paese, Telia: anche chi ha acquistato un netbook con una scheda 3G si è trovato Spotify incorporato nell'apparecchio".