Preannunciata da tempo, l’ascesa di Lucian Grainge ai vertici mondiali di Universal Music Group è ora ufficiale; il manager inglese, che ricopre attualmente il ruolo di presidente e ad di UMG International, assumerà le mansioni di amministratore delegato del gruppo a partire dal 1° gennaio del 2011; già dal 1° luglio di quest’anno, però, si trasferirà da Londra a New York per lavorare a fianco di Doug Morris, il veterano settantunenne che dall’anno prossimo manterrà la sola carica di presidente. “Subentrare a Doug è un onore e un privilegio”, ha commentato Grainge. “La nostra è una grande industria di cui andare fieri e con molte prospettive per il futuro”. “E’ parecchio tempo, ormai, che lo preparo alla successione”, gli ha fatto eco Morris, “e so che ora è perfettamente in grado di affrontare le sfide del nuovo decennio”. Nel nuovo ruolo Grainge riporterà gerarchicamente a Jean-Bernard Levy, presidente del consiglio direttivo di Vivendi di cui lui stesso entrerà a far parte. “Ha scoperto nuove star della musica, ha fatto crescere il fatturato, ha costruito nuovi modelli di business: il suo curriculum parla per lui”, ha detto Levy ringraziando Morris per i suoi 35 anni di servizio, “dall’epoca del vinile a quella di Vevo”. Grainge, 49 anni, ha iniziato la carriera come talent scout presso la società di edizioni April Music/CBS; dopo esperienze in RCA e MCA, nel 1986 entrò in PolyGram, lanciando – ai tempi in cui era managing director della Polydor – artisti come Boyzone e Lighthouse Family. Nel 2006 sostituì l’attuale presidente IFPI John Kennedy alla guida di Universal UK, portandola al risultato record del 37 % di quota di mercato. Il suo fiore all’occhiello, nel periodo in cui è stato alla guida del reparto internazionale della major, è rappresentato dal successo mondiale di Amy Winehouse.