“Un’associazione come la FIMI, che nei mesi scorsi ha subìto traumi non indifferenti” (la sentenza dell’Antitrust di cui Rockol ha ampiamente riferito, vedi Archivio - ndr) “sta vivendo un momento di rinnovamento e di ripensamento dei ruoli. In questa situazione, la proroga della presidenza di Gerolamo Caccia Dominioni - fino all’assemblea di fine anno - vuole essere un modo per garantire continuità all’associazione in un momento di transizione, e la conferma della volontà degli associati di dare fiducia al progetto di rinnovamento da Caccia stesso avviato”.<br> Così Enzo Mazza, già Segretario Generale della Federazione anti Pirateria Musicale (FPM) e neo-Segretario Generale della FIMI, apre la chiacchierata con Rockol, che l’ha incontrato a pochi giorni dalla sua nomina.<br> Quali sono, attualmente, i nodi più intricati da sciogliere?<br> “La situazione italiana è come al solito anomala per molti versi. Basta pensare al problema della pirateria, che continuiamo a combattere con grande impegno; o a quello di buona parte delle radio private che non pagano i diritti… C’è una legge che prevede che paghino, e non si capisce perché non paghino”<br> Beh, non si capisce nemmeno come mai le aziende discografiche continuino a pagare, in diverse maniere - acquisto di passaggi, cessione di royalties, spartizione di quote editoriali -, anche le radio che invece non pagano quanto dovuto…<br> “C’è un grande equivoco, una confusione fra quelle che sono le attività promozionali delle singole aziende discografiche e il diritto a vedere tutelati i legittimi introiti del produttore fonografico”.<br> Però c’è contraddizione fra l’atteggiamento che una casa discografica decide di tenere in proprio e le rivendicazioni che avanza come membro dell’associazione.<br> “Adesso però si sta per creare una società di collecting, che avrà il compito di incassare il dovuto da tutti coloro che a qualsiasi titolo utilizzano il repertorio discografico tutelato. Questa società di collecting, della quale non è stato ancora deciso il nome, inizierà la propria attività dal gennaio 1999 e sarà aperta a tutte le aziende dell’unione europea”.<br> Quali potranno essere le reazioni delle radio all’attività di questa società?<br> “Dovreste chiederlo a loro… l’intenzione nostra è di andare dalle radio a prenderci i soldi che queste devono dare all’industria. Mi auguro che la reazione delle radio sia ragionevole e collaborativa”.<br> Quale è la posizione dell’industria discografica italiana nei confronti di Internet?<br> “Internet è visto oggi come possibile minaccia, perché ha reso molto difficile proteggere la riproduzione e la diffusione del repertorio, anche per la mancanza di regole e norme chiare e precise. La tecnologia digitale ha complicato il controllo delle copie, trasformando ogni copia privata in una potenziale copia commerciabile. Però Internet può diventare anche una grandissima opportunità; con una tecnologia come l’MP3, anche artisti sconosciuti o senza contratto possono farsi ascoltare da chi sia interessato. Indubbiamente, il futuro può portare a una trasformazione radicale del ruolo delle case discografiche”.<br> Le posizioni fra FIMI e AFI sono ancora molto distanti, o è prevedibile un riavvicinamento in tempi brevi?<br> “Le relazioni fra AFI e FIMI potranno vedere dei mutamenti anche in seguito all’indirizzo che la FIMI intende seguire, e cioè alla nostra intenzione di coinvolgere maggiormente anche le società più piccole, quelle che probabilmente hanno anche più interesse e più bisogno di far parte di un’associazione in grado di fare lobbying. Le aziende più importanti spesso hanno già dei propri canali privilegiati, le piccole possono ottenere significativi vantaggi dall’essere parte di un’associazione che sia in grado di far sentire la propria voce in alto. E’ previsto che venga rivisto il sistema delle quote associative, in maniera da incentivare la presenza in FIMI delle società con minori possibilità di spesa.”<br> Una specie di “venite con noi: pagherete di meno, conterete di più”?<br> “Non so se sia corretto sintetizzarlo in questi termini… sicuramente chi verrà in FIMI entrerà a far parte di una associazione con una forte rappresentatività. Certo il mio auspicio è che prima o poi la discografia italiana si trovi riunita in una sola associazione”.<br> Salone della Musica di Torino: si dice che alcune aziende siano perplesse all’idea di partecipare alla prossima edizione…<br> “Il Salone della Musica è un evento interessante. Mi sembra che come numero di visitatori non sia andato male, né nella prima né nella seconda edizione. Forse ci sono troppi convegni sui massimi sistemi, forse è un po’ troppo modellato sulla formula del Salone del Libro: non bisogna dimenticare che la musica ha proprie caratteristiche specifiche, che devono essere considerate e rispettate”. E per il prossimo Festival di Sanremo? “E’ un tema che non ho ancora cominciato ad esaminare. Se ne parlerà, credo, a settembre”.