I Muse si sono detti scontenti della decisione presa dallo loro etichetta, la Warner, di non concedere più le licenze per lo streaming a piattaforme come Spotify e We 7 di brani appartenenti al proprio catalogo: ad esternare i sentimenti del gruppo è stato il bassista Chris Wolstenholme, che ha durante criticato la linea adottata dal numero uno dell'azienda, Edgar Bromfman, che aveva definito lo streaming "dannoso all'industria musicale", accusandolo di allontanare dalle orecchie di potenziali fan la propria produzione e quella di tutti i compagni di scuderia. "E' come togliere la propria musica dalle radio, non credete?", ha sostenuto Wolstenholme: "La grosse multinazionali si stanno dando politiche molto stringenti in materia sperando invano di migliorare la situazione, ma finché le band verranno interpellate, è chiaro che i pareri che gli verranno dati saranno sempre contrastanti. Se fai musica, vuoi che le tue canzoni siano ascoltate da più gente possibile, in più modi possibili".