La strategia dei “tre colpi” o delle “tre infrazioni”, che la Francia di Nicolas Sarkozy ha promosso per prima nei confronti dei file sharer illegali (dopo due avvertimenti inoltrati per iscritto, chi scambia musica piratata trasgredendo le leggi sul copyright si vede sospendere la connessione a Internet) non sembra piacere ai legislatori e ai giudici dell’Unione Europea. Lo ha ribadito, qualche giorno fa, il Commissario Europeo per il Commercio Karel De Gucht, sottolineando che la CE “non appoggia e non accetta l’idea che un’eventuale intesa nel quadro dell’ACTA (gli accordi commerciali anticontraffazione) crei l’obbligo di disconnettere i privati cittadini da Internet in conseguenza di un’attività di download illegale” “La regola dei ‘tre colpi’ o dei sistemi di risposta graduale non riveste carettere obbligatorio in ambito europeo”, ha aggiunto De Gucht (belga di origine fiamminga). “I diversi paesi dell’Unione hanno nei riguardi di questo tema approcci differenti, e noi vogliamo conservare questa flessibilità”. Dopo Francia, Taiwan e Corea del Sud anche Regno Unito e Nuova Zelanda sembrano volersi instradare verso una disciplina di risposta graduale al file sharing illegale: a questo punto, però, le possibilità di una legge quadro europea che indirizzi gli Stati membri verso questa soluzione sembra decisamente improbabile.