La causa intentata dai Pink Floyd alla EMI in materia di royalties ha per oggetto le vendite del catalogo on-line, regolamentate in modo generico e controverso dall’ultimo contratto stipulato dalla band a fine anni ’90 (quando a dominare sul mercato era il cd ed iTunes non era ancora comparso all’orizzonte). “Allora non era ancora chiaro se le case discografiche avrebbero venduto direttamente al consumatore o appoggiandosi a dei dettaglianti”, ha spiegato l’avvocato Robert Howe, incaricato dal gruppo di seguire la vertenza: tra i principali oggetti del contendere, la decisione della EMI di vendere separatamente le canzoni dei Pink Floyd attraverso i servizi digitali “alla carta” (come, appunto, iTunes), senza rispettare la loro originale collocazione negli album di appartenenza, oltre all’entità percentuale delle royalty da applicare ai formati digitali. Il procedimento legale è stato avviato davanti all’Alta Corte di Giustizia di Londra già nell’aprile del 2009, ma solo ora la notizia è trapelata fuori dalle aule giudiziarie.