Fa molto discutere, negli Stati Uniti, la reazione aggressiva e non esattamente in stile “fair play” con cui la Apple ha reagito alle iniziative promozionali del diretto concorrente Amazon MP3. La piattaforma di Jeff Bezos ha lanciato da qualche tempo il cosiddetto Daily Deal (“affare del giorno”): d’accordo con l’etichetta e con l’artista interessato, per 24 ore un nuovo titolo viene venduto in esclusiva a un prezzo scontato (da ,199 a 3,99 dollari in meno). Per garantire i margini della casa discografica e non danneggiarne la chance di vedere conteggiate le vendite in classifica, è la stessa Amazon a sobbarcarsi per intero il costo della promozione, versando al fornitore il normale prezzo all’ingrosso; la società pubblicizza l’offerta sulla home page e su Twitter (dove 1,4 milioni di persone si informano abitualmente sui suoi “Daily Deal”); in cambio richiede ad artisti ed etichette di dare notizia della promozione sui loro siti Web, ai loro contatti e-mail e sui social network. Sembra che il sistema funzioni, assicurando all’industria vendite incrementali anche del 20 % per titolo. Ma non piace affatto a Steve Jobs, che ha subito messo in atto una forma di ritorsione: chi concede l’esclusiva ad Amazon per il Daily Deal, non gode di nessuna promozione su iTunes. L’effetto di questo aut aut è che il numero di promozioni su Amazon si è drasticamente ridotto: le major, che ripetutamente si lamentano della posizione dominante di Apple, non se la sono sentita di andare contro l’interlocutore che detta le regole del mercato e ne condiziona le fortune.