L’industria discografica tedesca mette in archivio un anno tutto sommato non negativo, sognando (per il 2011) l’uscita definitiva dalla crisi e forse anche un immediato sorpasso a danno del Regno Unito (che gli garantirebbe il terzo posto nel mondo alle spalle di Stati Uniti e Giappone). Il 2009, infatti, si è chiuso sul mercato tedesco con un fatturato industriale pari a 1,53 miliardi di euro e un calo contenuto nel 3,3 %, inferiore a quello di molti altri Paesi che continuano a soffrire decrementi a doppia cifra. Secondo il managing director dell’associazione nazionale dei discografici BVMI, Stefan Michalk, la Germania copre oggi il 9 % del mercato mondiale e deve la sua ripresa alla decisione delle aziende di non abbandonare al suo destino il cd. “Mentre a livello internazionale i mercati dei supporti fisici hanno sofferto perdite pesanti”, sostiene Michalk, “in Germania le vendite di cd e dvd sono state stabili”. Per i cd, anzi, si è registrato un incremento nel numero di pezzi venduti (+ 1,5 %) dovuto anche, secondo il presidente BVMI Dieter Gorny, al comportamento “conservatore” dei consumatori e alla stabilità nel numero dei punti vendita presenti sul territorio (il 29 % delle vendite passa attraverso i negozi di elettronica di consumo). Per la prima volta, le cifre 2009 dell’industria discografica tedesca includono anche il fatturato proveniente da settori come merchandising, musica dal vivo, management di artisti e brand partnerships: si tratta complessivamente di 122 milioni di euro, contro i 110 milioni dell’anno precedente. I diritti connessi raccolti dall’agenzia di collecting GVL presso radio, televisioni, new media e pubblici esercizi che diffondono musica registrata, intanto, dovrebbero essere intorno ai 150 milioni di euro, la stessa cifra del 2008: gli introiti complessivi delle case discografiche tedesche, di conseguenza, ammonterebbero a 1,80 miliardi di euro, il 7 % dei quali provenienti dai download, l’8 % dai diritti connessi e il 6 % dalle nuove aree di business. Un’ultima curiosità: le cifre raccolte dalla BVMI segnalano ancora la presenza sul mercato delle obsolete musicassette, con vendite intorno ai 3 milioni di pezzi.