In concomitanza con le celebrazioni per il cinquantesimo anniversario della Dichiarazione dei Diritti Umani, si è tenuta la scorsa settimana la prima conferenza mondiale su musica e censura, una tre giorni di dibattito con rappresentanti del mondo dell'industria, artisti e ricercatori universitari di 15 nazioni. <br> I partecipanti hanno rivolto un appello alle Nazioni Unite, alle case discografiche e ai governi politici affinché combattano le violazioni dei fondamentali diritti di espressione dei musicisti. L'assemblea, che ha dibattuto su temi come la libertà di opinione e di espressione, il razzismo, la droga, le oscenità e la cosiddetta “musica dell'odio”, si è trovata in difficoltà proprio su quest'ultimo argomento, arrivando a escluderlo dalla petizione finale. <br> Per molti delegati presenti, comunque, il diritto di espressione deve essere concesso a chiunque, come ad esempio artisti come Marilyn Manson che vengono spesso accusati di fomentare omicidi e violenze carnali: «Non si può concedere il diritto di espressione solo a chi è concorde con le opinioni comuni» ha detto la signora Nina Crowley, direttrice del Music Coalition Center, un osservatorio non-profit sull'industria musicale. <br> I rappresentanti delle case discografiche hanno osservato che, in ogni caso, molti dischi che da loro vengono respinti a causa del contenuto vengono comunque pubblicati sul mercato grazie al circuito delle etichette indipendenti.