Tempo scaduto: dileguatasi la possibilità di cedere in prestito i diritti di distribuzione del suo catalogo in Nord America (dopo Sony Music, l’ultima concorrente a rinunciare è stata Universal Music), la EMI ha violato gli obblighi contrattuali concordati con il creditore Citigroup, fallendo il tentativo di rimborsare almeno una piccola frazione dell’enorme debito contratto nei confronti della banca (4,2 miliardi di sterline). Venuta meno la possibilità di incassare subito denaro contante da una delle case discografiche concorrenti (si era parlato di 150/200, forse anche 300 milioni di dollari), al proprietario di EMI Terra Firma non resta altra alternativa che di procurarsi sul mercato finanziario i 120 milioni di sterline richiesti entro il 12 di giugno: nel caso in cui Guy Hands dovesse fallire anche in questa impresa, Citigroup entrerebbe in possesso della EMI, rendendo concreta la prospettiva di una liquidazione della società discografica inglese.