Anche il Regno Unito, come la Francia, si è dotato di nuove norme per combattere la pirateria digitale. Il Digital Economy Bill, approvato ieri (giovedì 8 aprile) dalla House of Lords a poche ore dallo scioglimento delle Camere in vista delle elezioni politiche del 6 maggio prossimo, prevede un coinvolgimento diretto da parte degli Internet Service Providers: su richiesta dei titolari dei diritti, questi ultimi dovranno intimare per lettera agli utenti individuati come potenziali trasgressori l’interruzione immediata dell’attività di file sharing illegale; dopo un anno di entrata in vigore della legge l’authority delle Comunicazioni Ofcom potrà decidere se introdurre misure tecniche di protezione dei diritti e prevedere la possibile sospensione delle connessioni Internet. Come ricorda Billboard, resta in bilico un provvedimento importante: toccherà al prossimo governo e al prossimo Parlamento decidere se rendere effettiva la clausola che permetterebbe al segretario di stato, previa sentenza del tribunale, di autorizzare il blocco dei siti Web che consentono il file sharing illegale. Nel frattempo l’introduzione della legge riscuote il plauso dell’industria discografica a livello internazionale: “Gli sviluppi normativi in Francia e Regno Unito dimostrano che gli Stati con un'economia digitale avanzata stanno affrontando seriamente la questione della tutela dei contenuti in rete”, ha commentato il presidente FIMI Enzo Mazza. “Si tratta di norme che, adottate in Italia, insieme al già efficace quadro normativo esistente, ma scarsamente applicato, potrebbero fornire un scudo efficace contro la contraffazione digitale. Questo consentirebbe alla produzione creativa italiana di svilupparsi, purtroppo però il nostro Paese, già indietro nella diffusione della banda larga e delle tecnologie per la diffusione dei contenuti online, senza dotarsi di misure urgenti, rischia di rimanere ai margini dell' Europa e leader incontrastato della pirateria, unica area dove l'Italia eccelle”.