Chi l’avrebbe detto? Dopo gli Lp e i 45 giri in vinile torna di moda anche la dimenticata musicassetta. I Pearl Jam (che lo scorso anno hanno ripubblicato in questo formato il loro primo demo nella versione deluxe di “Ten”) e i Goldfrapp (che rendono disponibile anche in versione cassetta il nuovo album “Head first”) sono solo i nomi più noti ad avere riportato l’attenzione sul vecchio nastro analogico. Ma ora molte altre band ne stanno riscoprendo le dimenticate virtù, soprattutto a causa dei bassissimi costi di produzione: per esempio i Selmanaires, che hanno pubblicato su musicassetta un nuovo EP lo scorso mese di gennaio “Costa poco”, ha confermato il chitarrista/tastierista della band Herb Harris. “Siamo tutti insoddisfatti di come suonano i Cd e di come si graffino facilmente, e volevano un formato musicale analogico. Il vinile è troppo caro, così è diventata una questione di arrangiarsi da sé”. In un pezzo pubblicato sul sito Creative Loafing, Chad Radford ricorda che il formato è sempre stato popolare in generi come il noise e la industrial music, ma che ora anche altri artisti come Deerhunter, N.E.C., Wizard Smoke e Brainworlds si sono convertiti alla cassetta, incontrando i favori del pubblico di nicchia. “Fate un giro al tavolo del merchandising, la prossima volta che andate a vedere dal vivo un gruppo punk, garage o power-pop”, scrive Radford, “e vi capiterà di notare che le cassette contendono lo spazio al vinile come alternativa proletaria ai Cd”. I dati di Nielsen SoundScan relativi al mercato statunitense indicano nel 2009 l’anno peggiore nella storia del nastro analogico, che in soli tre anni è passato da oltre un milione di pezzi venduti alla miseria di 34 mila pezzi. “Ma la rinascita della musicassetta”, osserva ancora Radford, “è un fenomento che esiste ben al di là del mondo di SoundScan, dove quel che conta sono i codici a barre e i report di vendita trimestrali. Le musicassette sono economiche per chi le fa e per chi le compra. Di solito, per 5 o 6 dollari, il prezzo di un 7 pollici, hai l’equivalente di un album. E poi c’è il fattore nostalgia. Per i compratori non abbastanza vecchi da ricordarlo, mandare il nastro avanti e indietro è un’esperienza completamente nuova. E per chi allora c’era, è come incontrare di nuovo un vecchio amico”.