Ieri, 9 agosto, Rockol ha conquistato la ribalta della pagina degli spettacoli de “Il Giornale”. Ma, a leggere l’articoletto, ci sarebbe ben poco di cui vantarsi: trattasi, infatti, di una severa reprimenda.<br> Prendendo spunto da una corrispondenza avvenuta tra la nostra redazione e un «affezionato lettore» del quotidiano, che avrebbe intrattenuto con noi un «botta e risposta ... che è durato un bel po’» (oggetto del contendere: l’assenza del ‘Giornale’ dal nostro consueto servizio di rassegna stampa), e manifestando, quindi, stupore per la segnalazione da parte di Rockol di un articolo su Prince pubblicato qualche giorno fa dal “Giornale”, l’autore dell’articolo virgolettava la nostra presunta risposta all’«affezionato lettore» e forniva ulteriori dettagli: <br> «“Le pagine degli spettacoli del Giornale non sono (così) autorevoli” da meritare l’elenco dei quotidiani è stata, grossomodo, la risposta di Rockonline. (…) “La selezione dei quotidiani viene fatta in base all’autorevolezza, alla diffusione e alla copertura del territorio italiano” è stata la risposta finale. Con buona pace del Giornale». Che chiude in agrodolce: «Certo, non si vive di solo Internet. Quanto alle patenti di autorevolezza, ci premono quelle assegnate dai nostri lettori».<br> Crediamo ci siano d’obbligo alcuni commenti: <br> 1. La corrispondenza citata è effettivamente avvenuta; altrettanto vero è che Rockol non usa inserire nella “fascetta” quotidiana il “Giornale”, così come alcune decine di altre testate, per ragioni spiegate ampiamente all’«affezionato lettore» che ne chiedeva conto. <br> 2. Siamo certi che della corrispondenza suddetta siano stati riportati solo brevissimi stralci sia per garantire la riservatezza di chi scriveva (e che, presumibilmente, non supponeva che altri avrebbero letto: non si trattava, infatti, una sorta di “angolo della posta”), sia per motivi di spazio; se la prima ragione appartiene alla sfera della normativa vigente (e, comunque, non ci pone minimamente in difficoltà nel merito), la seconda è frutto di scelte soggettive e opportunità. Ci corre l’obbligo, in proposito, di sottolineare come alcune nostre risposte a domande precise - riportate fuori contesto e abilmente “cucite” - offrano all’autore (anonimo) dell’articolo il destro per esercitare del sarcasmo sul nostro presunto snobismo nei confronti della testata milanese o, peggio ancora, sulla nostra impreparazione e disinformazione (ci riferiamo all’autorevolezza). <br> 3. Di fronte a una maldestra (?) serie di omissioni, ci chiediamo come mai “Il Giornale” non abbia ritenuto opportuno verificare con noi la bontà dell’informazione riportata da un lettore, ovvero: dalla figura che è giudice delle sorti di qualsiasi testata. Ebbene, pur con la stima e l’amicizia che proviamo nei confronti di alcuni bravi e simpatici colleghi che vi lavorano ed il rispetto che portiamo al quotidiano in questione, possiamo azzardare solo due ipotesi: a) “Il Giornale” non ne aveva bisogno; b) “Il Giornale” non ne ha sentito l’esigenza. Difficile scegliere il minore tra i mali. <br> 4. “Non si vive di solo Internet”, commenta l’autore dell’articolo. E ci mancherebbe altro! E allora, ci chiediamo, perché tanto rumore? Preghiamo che il mezzo non prevalga mai sulle fonti. <br> 5. «Quanto alle patenti di autorevolezza, ci premono quelle assegnate dai nostri lettori». Ancora una volta, non potremmo essere maggiormente d’accordo.