Dopo la Web radio americana Pandora, anche il servizio di streaming svedese Spotify (7 milioni di utenti registrati in Europa) punta sulla “socializzazione” e condivisione dei contenuti interagendo con il colosso Facebook (400 milioni di utenti nel mondo) ma anche con altri siti Web e Internet blog. La nuova versione della piattaforma ideata da Daniel Ek sfrutta infatti la API (Application Programming Interface) del popolarissimo social network creato da Mark Zuckerberg per consentire agli utenti che lo desiderino di sincronizzare i contenuti del proprio profilo Facebook e account Spotify facendoli interagire tra di loro. Si genera in tal modo una connessione automatica con la cerchia di amici di Facebook che a loro volta utilizzano Spotify e accettano l’integrazione tra i due servizi (i loro profili compaiono in una nuova sidebar del sito di streaming sotto la dicitura “people”). Le nuove funzioni consentono di pubblicare sul profilo Facebook (in tutto o in parte) le playlist create su Spotify ma anche di ricevere in “feed”, su quest’ultimo, i brani segnalati come preferiti su Facebook dai propri amici (chi non è iscritto al social network, o comunque non sottoscrive la proposta di integrazione del servizio, può comunque condividere brani con altri utenti se ne conosce la user name). Di particolare interesse il comando “inbox”, che permette agli utenti di Spotify di raccomandarsi canzoni a vicenda trascinandole col sistema “drag & drop” verso il nome elencato nella barra “people”: cliccando, il destinatario vede anche il nome del mittente. Una funzione “synch” permette di copiare le playlist sul telefonino in modalità wireless (senza bisogno cioè di collegare il cavetto Usb), mentre tramite la nuova “library tool” è possibile importare sull’account canzoni memorizzate nell’hard disk del pc: “Ma non si tratta di copiare musica dalla rete”, ha spiegato al sito di Music Week il responsabile delle partnership strategiche di Spotify Paul Brown, “solo di collegare tra loro file che si hanno già in archivio”. “Tutto questo”, ha aggiunto, “è chiaramente progettato per posizionare Spotify come music player di riferimento sul desktop dei clienti, invece di costringerli a saltare continuamente tra il sito e altre piattaforme come per esempio iTunes”. Lo stesso Brown sottolinea che a dispetto delle nuove funzioni Spotify “non è un social network né intende diventarlo”. “Si tratta piuttosto”, precisa Ek, “di incorporare il meglio di Facebook e il meglio iTunes” per realizzare quella che nelle sue parole è la “più importante evoluzione del servizio dal lancio avvenuto diciotto mesi fa”.