La musica digitale, lo scorso anno, ha fruttato alle case discografiche ricavi per 4,3 miliardi di dollari (dati IFPI): i promotori del servizio Beyond Oblivion prossimo al lancio sono convinti di poter apportare al mercato altri 10 miliardi di dollari nell’arco di appena cinque anni. Una boutade, verrebbe da pensare, se non che dietro la start up, come Rockol ha già avuto modo di riportare, si cela una potenza mediatica come la News Corp. di Rupert Murdoch, azionista di minoranza al fianco della banca di investimenti Allen & Co e di Intertrust Technologies, joint venture tra Sony e Philips. Il progetto dovrebbe concretizzarsi nei mesi autunnali ed è indiscutibilmente molto ambizioso: l’obiettivo è di sottrarre spazio ai pirati che (sempre secondo l’IFPI) scippano all’industria 19 download su 20 convincendo Internet Service Providers, produttori di smartphones e società di telecomunicazione a pagare i discografici in luogo dei consumatori, e permettendo a questi ultimi un accesso illimitato alla musica preferita. Il modello di business, ha spiegato al Financial Times il fondatore di Beyond Adam Kidron, prevede infatti che costruttori di lettori mp3 o telefonini e fornitori di accessi a banda larga paghino alla piattaforma una licenza “del valore di qualche cd”, recuperando eventualmente la spesa con ritocchi alle bollette e alle tariffe addebitate all’utenza. Beyond, da parte sua, provvederà a versare piccole somme di denaro agli aventi diritto ogni volta che un loro brano verrà riprodotto dal pubblico, si tratti di nuovi acquisti o di file già archiviati, legalmente o illegalmente, nella memoria digitale. “Non c’è musica illegale, nel mondo di Beyond, perché pagheremo le royalty indipendentemente dalla fonte”, assicura Kidron. Il quale, sulla base dei dati di mercato che stimano il valore potenziale attuale della musica digitale in 70 miliardi di dollari (se tutto il pubblico ricorresse a servizi legali), osserva che “raccogliere sul mercato 66 miliardi di dollari sarebbe indubbiamente un risultato straordinario, ma già incassare 10 miliardi renderebbe tutti contenti. E si tratta di cifre a portata di mano”. Se poi il modello “pay per play” di Beyond Oblivion dovesse funzionare, conclude Kidron, potrebbe essere applicato in futuro anche ai video e alle notizie circolanti sul Web, fornendo un grosso contributo anche all’industria cinematografica e all’editoria.