Il cattivo tempo che ha flagellato l’inverno inglese ha fatto vittime illustri (il gigante del retail HMV, in primis, che ha accusato un calo di fatturato dell’8,2 %, tra gennaio e aprile) ma non ha provocato grossi patemi d’animo a Rough Trade: il baluardo britannico dei negozi di dischi “indie” (che oggi non ha più nulla a che fare con l’omonima etichetta discografica) ha anzi chiuso l’anno con un + 17,5 % in termini di vendite, mentre anche il primo trimestre 2010 è andato in archivio con un risultato decisamente positivo (+ 10,5 %). “E’ un segno della competenza e della dedizione del nostro staff, e delle raccomandazioni affidabili che conseguentemente sappiamo fornire alla nostra clientela”, ha commentato soddisfatto il direttore Stephen Godfroy. Rough Trade gestisce attualmente due negozi, ubicati rispettivamente nell’East End londinese (vicino a Brick Lane) e nella zona Ovest della città (nei dintorni di Portobello Road), nonché un servizio di vendita per corrispondenza. Nelle prossime settimane, tuttavia, è atteso l’annuncio di importanti novità: “Nell’arco del prossimo anno”, ha anticipato Godfrey a Music Week, “ci focalizzeremo sull’obiettivo di rendere più accessibile Rough Trade al pubblico in tutto il Regno Unito e non solo, on-line e off-line”.