In occasione del suo quinto compleanno, YouTube rilascia numeri impressionanti: dall’ottobre 2009, quando distribuiva in streaming circa un miliardo di video al giorno, la piattaforma ha già raddoppiato il suo traffico, superando i 2 miliardi di video streams quotidiani. Quasi due volte, cioè, l’audience complessiva che i tre maggiori network televisivi americani sono in grado di raccogliere in prima serata, ma con un potenziale infinitamente maggiore: considerando che ancora oggi l’americano medio trascorre circa 5 ore al giorno davanti alla tv e l’utente di YouTube appena 15 minuti. Non si tratta, come noto, di un fenomeno esclusivamente americano: il 70 % dell’attività sul sito, anzi, ha origine al di fuori degli Stati Uniti generando ricavi interessanti per i partner di tutto il mondo (in Italia, nel 2009, il video streaming ricollegabile quasi per intero a YouTube ha fatto incassare circa 2 milioni di euro all’industria discografica). L’altra faccia della medaglia è ovviamente rappresentata dalle vertenze tuttora in corso con i titolari dei copyright, che mal digeriscono i rischi e le implicazioni dello “user generated content” cui l’impresa deve la sua fortuna: con YouTube sono in causa da tempo grandi gruppi mediatici come Viacom (proprietario di Mtv) negli Stati Uniti e Mediaset in Italia; e proprio nei giorni scorsi la società tedesca degli autori GEMA ha ordinato alla società di rimuovere dal sito 600 video, a seguito del fallimento dei contratti di rinnovo di licenza che coinvolgono editori e autori associati.