Mentre si prepara ad affrontare una possibile vertenza legale con le case discografiche inglesi riunite nella BPI, che la accusano di favorire il download e il file sharing illegale, Google continua a coltivare il suo ambizioso progetto di ingresso in grande stile nel mondo della musica digitale. Secondo anticipazioni pubblicate dal Wall Street Journal, il colosso di Mountain View avrebbe in programma di lanciare entro l’anno un proprio servizio di download “alla carta” collegato al suo popolarissimo e onnipresente motore di ricerca; più in là, nel corso del 2011, potrebbe estendere l’offerta a una piattaforma “cloud based” di streaming in abbonamento ricercando sinergie con Android, il suo sistema operativo per telefonia mobile. “Le proposte”, scrive il quotidiano finanziario, “sono ancora vaghe, e non è chiaro se (Google) abbia già siglato accordi con le etichette discografiche”. Dallo scorso ottobre, Google gestisce già una applicazione musicale, OneBox, che collega le ricerche di artisti, album o canzoni sul proprio “search engine” a siti specializzati come MySpace o Pandora (ma anche a siti illegali ccome Megaupload, 4shared.com, Zippyshare e Mediafire, che hanno provocato le proteste da parte della British Phonographic Industry).