A un anno di distanza dal lancio, l’etichetta discografica che il re del blogging e del celebrity gossip americano Perez Hilton ha creato in collaborazione con la Warner Music, Perezcious, non ha ancora prodotto risultati degni di nota. Lo fa notare nel suo blog (The Daily Beast) il giornalista americano Peter Lauria, ricordando che il secondo artista messo sotto contratto dal trentaduenne Hilton (vero nome Mario Armando Lavandeira Jr.), il ventenne Travis Garland, ha venduto (secondo i dati raccolti da Nielsen SoundScan) appena 29 mila download del singolo “Believe”: e questo a dispetto della massiccia campagna promozionale orchestrata dal suo mentore e di un manager come Joe Simpson, papà di Ashlee e Jessica. “Avere un contratto discografico con chiunque vuol dire perdere del denaro (…), e senza hits la sua credibilità di tastemaker verrà intaccata”, ha commentato Jeff Rabhan, professore d’arte all’Università di New York e manager artistico, a proposito dell’impresa di Hilton, da alcuni ritenuto lo “scopritore” di star come Lady Gaga e Katy Perry. Secondo lo stesso Rabhan, “come blogger (Hilton) può parlare liberamente degli artisti: se hanno successo può prendersene il merito, se non lo hanno ci sono milioni di altri motivi che possono essere citati. Ora invece è direttamente responsabile per quelli che mette sotto contratto”. A dispetto della falsa partenza, Hilton (che vanta 2,4 milioni di fedeli lettori sul suo sito e 2 milioni di seguaci su Twitter) non intende rinunciare ai suoi progetti in campo musicale: con Simon Fuller, l’inventore di American Idol, sta mettendo a punto un nuovo reality show destinato alla ricerca della prossima boy band di successo.