Anche l’Italia (come gli Stati Uniti e altri Paesi) ha il suo social network riservato a chi fa musica per hobby o per professione: si chiama BancaMusica ed è l’evoluzione di una omonima directory on-line creata una decina d’anni fa da Luigi Calivà, vecchia conoscenza dell’ambiente che oggi si muove sul mercato nel ruolo di consulente/battitore libero dopo avere maturato un’esperienza a tutto campo nei settori della radio (dirigendo anche l’ufficio discografico del network RDS), del management, delle edizioni musicali e della live promotion (come direttore marketing della divisione Eventi di Friends&Partners, oggi F&P Group). La versione 2.0 del servizio è in rete da una decina di giorni, e conta già circa 270 iscritti: “Giovani artisti, turnisti, musicisti, produttori e piccole etichette che interagiscono tra di loro come si fa normalmente su Facebook o su MySpace”, spiega Calivà. L’iscrizione al sito, gratuita, dà la possibilità di consultare un database aggiornato di indirizzi e contatti professionali (case discografiche, produttori, manager, agenzie di booking, club e locali dove si suona musica dal vivo), di accedere a una sezione di news musicali e di costruirsi un proprio “profilo” attraverso il quale aprire un dialogo con gli altri membri della community. “BancaMusica”, aggiunge Calivà, “punterà molto sull’interattività. Contestualmente al rilascio della licenza SIAE, renderemo disponibile attraverso il sito un lettore musicale con il quale chiunque potrà far ascoltare, sul proprio profilo, la sua musica o le sue canzoni preferite. Esiste già una sezione ‘eventi’ in cui gli utenti possono inserire notizie riguardanti propri dischi e concerti, e presto avremo a disposizione anche una live chat”. “L’ambizione”, spiega Calivà, “è di creare una vera comunità virtuale di persone ‘targata Italia’. Ovviamente non ha senso pensare di far concorrenza ai colossi del social networking, ma la mia netta impressione è che questi ultimi, in Italia, abbiano un po’ tradito le aspettative degli artisti: non basta essere in rete per farsi notare da un produttore o una casa discografica, o per rendere efficace il marketing virale. Bisogna trovare i contatti giusti, mettere in circolo idee e informazioni. Ai sistemi tradizionali i giovani artisti, o aspiranti tali, non credono più. Mentre una piattaforma di ‘social music’ può essere il giusto punto di partenza in attesa che il sistema musica riprenda, su basi diverse da prima, il suo cammino”.