Finisce in Parlamento la diatriba tra case discografiche aderenti al Consorzio SCF e radio private italiane associate a RNA, esplosa alla pubblica attenzione nel mese di maggio dopo la rottura delle trattative riguardanti l’entità dei diritti connessi da corrispondere ad artisti ed etichette per la pubblica diffusione di musica registrata. I deputati radicali Marco Beltrandi, Rita Bernardini, Maria Antonietta Farina Coscioni, Matteo Mecacci, Maurizio Turco ed Elisabetta Zamparutti, eletti nelle liste del PD, hanno presentato un’interrogazione parlamentare al Ministro per i beni e le attività culturali e a quello dello sviluppo economico, sostenendo che “il mancato rinnovo del contratto nazionale sta producendo una serie di distorsioni nella remunerazione dei diritti con grave pregiudizio degli editori e degli artisti oltreché una profonda lacerazione nei rapporti tra i due soggetti che dovrebbero invece essere partner per il sostegno al patrimonio artistico del nostro Paese”; i sei parlamentari aggiungono che la presunta sospensione dai palinsesti della programmazione dei nuovi brani di cantanti italiani (esclusi quelli che – come Lucio Dalla e Francesco De Gregori relativamente al singolo “Gigolò” – hanno firmato una liberatoria che esime dal pagamento dei diritti connessi) “sta seriamente danneggiando i giovani artisti e i talenti emergenti”, mettendo “a repentaglio gli investimenti in ricerca e sviluppo nella musica”. I deputati PD invitano i Ministri competenti ad aprire con urgenza un tavolo delle trattative aperto alla partecipazione di tutti i soggetti interessati per “trovare una soluzione negoziata e porre termine al supposto blocco della programmazione radiofonica degli artisti italiani” e, nell’eventualità in cui la proposta non venga accolta dalle parti in causa, a intraprenderie le iniziative, “necessarie ed urgentissime”, per dare soluzione al problema.