NPD Group, uno dei più quotati istituti di ricerca attivo nel comparto delle analisi sull'industria musicale, ha rilasciato i risultati di un'analisi condotta negli Stati Uniti e finalizzata a prevedere l'effettivo grado di successo futuro della 'music cloud'. Buone notizie, in linea di massima. Stando alle indicazioni del campione esaminato (3.900 persone), circa il 16% della popolazione americana attiva su iTunes - la piattaforma è considerata il servizio-benchmark, in ragione della sua preponderante quota di mercato - che è stimata in 50 milioni di utenti sarebbe incline a pagare un abbonamento di 10 dollari al mese per disporre della propria musica acquistata su molteplici formati, strumenti e piattaforme, in qualsiasi momento. Ovvero, ad utilizzare la 'music cloud'. Il che proietterebbe i ricavi del primo anno a circa un miliardo di dollari, una cifra che equivale a due terzi delle vendite in 'pay per download' generate attualmente negli Stati Uniti. Resta da capire, ammette Russ Crupnick a nome di NPD, se e quanto questo orientamento sarebbe destinato a erodere altre forme di spesa musicale digitale, anche considerando che il 30% degli intervistati approfitterebbe della 'nuvola' se gratuita..