Secondo la "Reuter", il 1999 non è stato un anno di vero e proprio "boom" per la musica su Internet. A differenza di altri campi legati allo spettacolo (ad esempio, la vendita di biglietti), il piatto, per la musica online, piange. Un software troppo complicato, i prezzi troppo alti degli apparecchi per ascoltare e scaricare musica, e le ancora poco chiare questioni legali (unite a un catalogo elettronico ancora in via di sviluppo) hanno tenuto a freno anche le compagnie come MP3.com e Emusic.com. Bob Ohlwiler, vicepresidente di MusicMatch (compagnia che produce software), dice: «Nei prossimi 12 mesi sarà un business rovente, ma al momento è caotico e indefinito» . «Non ha preso piede come ci aspettavamo - commenta Andy Rathbone, autore di una guida all’utilizzo di MP3; - le case discografiche sono riluttanti a utilizzare il nuovo formato, e non rendono disponibile che una minima parte della loro musica. L’industria è stagnante, non sa come comportarsi con il mostro MP3» . Di conseguenza, secondo l’inchiesta della "Reuter", gli investitori sono a loro volta incerti; le azioni di MP3.com, Emusic e Liquid Audio sono scese. Tuttavia Ken Wirt, a capo di Riffage.com, che offre musica di band senza contratto, sostiene: «E’ un settore che si è sviluppato molto più rapidamente di quanto accaduto con cd o cassette» . E Gene Hoffman della EMusic garantisce: «Tra gennaio e febbraio usciranno apparecchi per l’ascolto decisamente irresistibili» . Da parte delle case discografiche, messaggi altrettanto positivi. Jay Samit, dirigente della EMI, annuncia che col nuovo anno la major comincerà a vendere singoli on line. «La tecnologia non è una minaccia. Darà modo di svilupparsi a nuovi mercati» .