Ennesimo ribaltone ai piani alti della EMI Music, da qualche mese sotto la guida dell’ex responsabile delle edizioni musicali Roger Faxon: escono di scena, infatti, tre personaggi chiave dell’organizzazione come Ronn Werre (chief operating officer in Nord America e Messico) e i due “music men” Billy Mann e Nick Gatfield, entrambi con notevoli trascorsi artistici (Mann era presidente della divisione New Music a livello internazionale, oltre che responsabile dell’artist management a livello globale; Gatfield era presidente dello stesso reparto in Nord America, Irlanda e Regno Unito); pochi giorni prima di loro aveva lasciato l’azienda anche il responsabile del catalogo e del marketing a livello globale, Ernesto Schmitt. Tra i commentatori fa specie soprattutto il “sacrificio” di Werre, che con i megasuccessi di Katy Perry e Lady Antebellum aveva risollevato notevolmente le quotazioni della EMI in America, portandola vicina alla quota di mercato della Warner: ma pare – così almeno sostengono alcuni “insider” – che con Faxon non si sia mai trovato sulla stessa lunghezza d’onda. Il rimescolamento al vertice rientra nell’ambito dei nuovi disegni strategici ideati da Faxon, il quale ha deciso di abbandonare la “struttura a matrice” o Global Business Unit introdotta nel 2008 da Terra Firma e organizzata secondo criteri funzionali per tornare a un organigramma più tradizionale e a una leadership più centralizzata. La nuova EMI si articolerà dunque intorno a tre grandi “hub” regionali serviti dalle funzioni centralizzate (finanza, legale e business affairs, tecnologia, logistica, risorse umane, relazioni con gli artisti e nuovi business digitali): Faxon, affiancato dal responsabile operativo Colin Finkelstein, si occuperà direttamente del Nord America mentre a guidare l’area Europa (più Australia, Giappone, Africa, Medio Oriente ed Asia) America Latina saranno rispettivamente i due nuovi ad David Kassler e Nestor Casonu; Leo Corbett, nel frattempo, diventa chief operating officer dell’EMI Group. “Nonostante il vasto aprezzamento per le persone e le competenze professionali che quella struttura ha apportato all’azienda”, ha spiegato Faxon in un meno distribuito ai dipendenti EMI, “sembra che così facendo abbiamo creato un labirinto confuso di responsabilità” (alcuni membri dello staff riferivano simultaneamente a due diversi superiori). “Oggi la EMI Music si comporta ancora come una società orientata al prodotto”, ha aggiunto l’amministratore delegato. “Ci attrezziamo per lanciare prodotti, ci danniamo per incrementare pezzi distribuiti e quote di mercato. Ma il mercato è cambiato e dobbiamo capire che non siamo affatto una società di prodotto: dobbiamo diventare una società di servizio, che deve dedicarsi ossessivamente alla scoperta di grande musica (o alla riscoperta della grande musica che abbiamo in catalogo) e all’obiettivo di portarla al pubblico attraverso ogni strada possibile”.