Il Partito Pirata non ce l’ha fatta a guadagnarsi un seggio nel nuovo Parlamento svedese, alle ultime elezioni politiche che peraltro hanno spalancato la porta alla nuova destra xenofoba di Jimmie Aakesson. La formazione politica che fiancheggia siti come The Pirate Bay e WikiLeaks si è assicurata appena lo 0,7 % dei voti, migliorando di pochissimo il risultato conseguito nella tornata elettorale del 2006 (0,63 %); il Partito Pirata aveva invece raggiunto consensi considerevoli (7 %) in occasione delle ultime elezioni europee, portando un delegato a Strasburgo. Nel loro blog video i leader della formazione, Rick Falk Vinge e Anna Troberg, hanno attribuito la disfatta elettorale al fatto che “tutte le questioni che pongono l’attenzione sulle nostre domande sono state spostate in agenda immediatamente dopo la consultazione elettorale: la Direttiva sulla Data Retention (la conservazione dei dati sul traffico Internet)…il processo a The Pirate Bay…persino la firma degli accordi ACTA (Anti-Counterfeting Trade Agreement) arriveranno a pochi giorni di distanza dalle elezioni del Parlamento”. Alla stampa locale, Falk Vinge ha spiegato che il partito non intende comunque alzare bandiera bianca: le sue prossime mosse prevedono l’istituzione di un “think tank” che avrà il compito di elaborare i programmi in vista delle europee del 2014.