<p class="MsoNormal" style="margin: 0cm 0cm 0pt"> Troppo alta, e calcolata con metodi discutibili, la royalty che le Internet companies americane <a href="http://www.rockol.it/search.php?s=Yahoo%21&x=18&y=20">Yahoo!</a> e <a href="http://www.rockol.it/search.php?s=RealNetworks&x=24&y=23">RealNetworks </a>sono tenute a versare alla American Society of Composers, Authors and Publishers (ASCAP) per la distribuzione di musica in modalità streaming. E’ questo il parere della Corte di Appello di New York che, ribaltando i giudizi di grado inferiore, ha contestato tanto la percentuale stabilita in sede processuale – pari al 2,5 % – che la procedura impiegata per calcolare l’imponibile, commisurando<span style="mso-spacerun: yes"> </span>i ricavi aziendali all’uso di musica effettuato sulle piattaforme on-line. La Corte d’Appello si è sostanzialmente rifatta alla giurisprudenza che, negli Stati Uniti, considera il download di opere musicali non alla stregua di una “pubblica diffusione” del repertorio ma di una copia privata tale da giustificare una royalty minore. La questione, di notevole portata dal momento che l’ASCAP amministra circa il 45 % delle opere musicali diffuse on-line, torna ora nelle mani dei giudici competenti, incaricati di<span style="mso-spacerun: yes"> </span>stabilire una tariffa ritenuta più equa.</p>