Preannunciato con grande clamore, sui media britannici, dallo stesso Richard Branson, il servizio di streaming e download progettato dall’Internet Service Provider Virgin Media non è mai decollato: le contrattazioni con EMI, Warner Music e Sony Music (dopo che Universal Music aveva firmato un accordo di collaborazione già nel giugno del 2009) non sono andate a buon fine, e anche alcune delle maggiori etichette indipendenti, come il Beggars Group, hanno espresso pubblicamente le loro perplessità sul modello del download illimitato incluso nel canone di abbonamento alla banda larga. Come uscire dall’impasse? Un anonimo dirigente discografico sentito dal Telegraph sostiene che “Virgin è molto interessata a far decollare qualcosa. E dal momento che per il momento non è in grado di lanciare autonomamente una propria piattaforma, sta cercando di collaborare con un servizio musicale preesistente”: la stessa fonte, e un’altra citata dal quotidiano inglese, suggeriscono il nome di Spotify. La società svedese nega, spiegando al settimanale Music Week di non avere “alcun contratto in essere con un ISP britannico”. Ma l’accordo, secondo le indiscrezioni, sarebbe imminente: in quel caso Spotify fornirebbe ai clienti di Virgin Media un servizio e contenuti esclusivi.