L’ambiente musicale italiano piange la scomparsa di Vincenzo Micocci, morto questa mattina a Roma (dove era nato il 22 maggio del 1928). Grande appassionato di jazz, Micocci aveva iniziato l’attività professionale lavorando come critico per l’Espresso e altre testate e curando programmi radiofonici per la Rai. Assunto da Ennio Melis alla RCA Italiana nella seconda metà degli anni '50, ne diventò direttore artistico inaugurando la cosiddetta stagione dei “cantautori” (termine da lui coniato assieme a Melis in occasione del lancio del 45 giri “Il barattolo” di Gianni Meccia; tra le altre sue scoperte, Edoardo Vianello e Nico Fidenco). Passato alla Dischi Ricordi di Milano, sempre con il ruolo di direttore artistico, nel 1964 ottenne un exploit commerciale rimasto negli annali: “Una lacrima sul viso” di Bobby Solo diventò il primo 45 giri a raggiungere il milione di copie vendute in Italia. Tornato a Roma, fondò l’etichetta Parade e poi (nel 1970) la IT, collegata alla RCA del vecchio amico Melis: con il nuovo marchio indipendente lanciò le carriere di artisti come Francesco De Gregori e Antonello Venditti (con l’album “Theorius campus”, nel 1972), Rino Gaetano e Riccardo Cocciante. Nel 2009 aveva pubblicato per Coniglio Editore l’autobiografia “Vincenzo io ti ammazzerò”: il titolo del libro prendeva spunto dalla celebre invettiva (“Milano e Vincenzo”) a lui dedicata da Alberto Fortis.