A fine ottobre l’associazione dei discografici RIAA era riuscita a far chiudere i server di LimeWire (che di conseguenza ha lasciato a casa una buona parte del suo staff). Pochi giorni dopo, racconta una fonte anonima al blog TorrentFreak, “un’orda di scimmie pirata si è arrampicata a bordo della nave abbandonata, ne ha riaggiustato le vele e lucidato i cannoni, e l’ha messa gratuitamente a disposizione della comunità”: in altre parole, dalle ceneri della piattaforma di file sharing collegata al network Gnutella ne è nata un’altra, LimeWire Pirate Edition. La nuova versione, attualmente disponibile solo in formato Windows, potrebbe risultare altrettando dannosa per gli interessi dell’industria musicale, anche perché – spiega la stessa fonte – il nuovo programma p2p opera indipendentemente dai server di LimeWire o di qualunque altra società “ospite”, funziona meglio del precedente (versione 5.5.10), senza adware o spyware di sorta, e non può essere monitorato o chiuso a distanza. Il software è già disponibile per il download su diversi siti Torrent. Intanto, i fondatori del LimeWire originale (50 milioni di visitatori unici al mese, 200 milioni di download complessivi) dovranno presentarsi in tribunale a gennaio, per difendersi dalla richiesta di risarcimento danni avanzata dai titolari dei copyright violati dal servizio: questi ultimi sostengono che il 93 % del traffico transitato sul sito riguardava materiale pirata.