Il gruppo Warner Music ha dato incarico ai suoi uomini di setacciare quasi 100 mila scatole di documenti e fotografie conservate nei suoi archivi in giro per il mondo, testimonianza di un periodo storico in cui foto e immagini documentavano e seguivano passo per passo la creazione musicale (“Non andavo mai a una session senza la mia macchina fotografica” ha confermato a Tim Arango del New York Times il fondatore della leggendaria Elektra Records Jac Holzman). Gli “scavi”, iniziati quasi un anno fa, riguardano per ora le sedi Warner degli Stati Uniti ma anche di altri Paesi come Brasile, Australia e Giappone (non ancora l’Italia), e hanno già portato alla luce reperti di grande valore storico e culturale: tra questi l’articolo di Arango cita la foto in bianco e nero di un pianoforte spedito dalla Chappell a Buckingham Palace, spartiti risalenti agli anni ’30 dell’800, una storia della Atlantic Records scritta a mano dal cofondatore Ahmet Ertegun, i contratti originali firmati da Ray Charles (con una X) e Aretha Franklin, foto di Jim Marshall, Annie Leibovitz e Robert Mapplethorpe, scatti inediti in bianco e nero dei Led Zeppelin realizzati in studio da Jim Cummins. Le esplorazioni proseguono, alla ricerca (anche) del documento più prezioso: una lettera autografa con cui Ludwig van Beethoven suggeriva a un suo allievo di rivolgersi alla Chappell come editore musicale. A ideare il progetto, da lui battezzato “Sight of Sound”, è stato l’amministratore delegato Edgar Bronfman Jr. in persona, dal 2004 a capo di una cordata finanziaria che ha rilevato Warner Music da Time Warner. “Volevo fare un inventario di ciò che possediamo”, ha spiegato l’imprenditore ebreo-canadese al giornalista del New York Times. “Mi sembrava importante dal punto di vista artistico, sotto il profilo della cultura aziendale e, potenzialmente, anche per il consumatore finale. Credo ci sia anche la possibilità di ricavarne un utile economico, per quanto indefinibile”. In un momento difficile per la discografia, Bronfman sta infatti pensando di sfruttare anche economicamente il patrimonio storico della Warner: pubblicando libri fotografici di pregio e ad alto prezzo, sviluppando applicazioni per iPad, vendendo materiali ai collezionisti. Potrebbe essere, sostiene Arango, l’inizio di una nuova era per le arti visuali legate alla musica, come ai tempi delle copertine degli Lp in vinile: quando grafica, fotografia e pittura rappresentavano un elemento essenziale del marketing e della comunicazione discografica ma anche dell’esperienza di ascolto. “Con l’emergere attuale delle piattaforme digitali”, conferma Will Tanous, il dirigente Warner incaricato di coordinare il progetto, “abbiamo l’occasione di ispirare un rinascimento delle arti visuali associate alla musica”.